La donazione di plasma
Circa la metà del sangue è rappresentata dai globuli rossi, che hanno il compito di trasportare l’ossigeno dai polmoni a tutte le parti del corpo. Una piccola percentuale è costituita dai globuli bianchi e dalle piastrine: i globuli bianchi combattono le infezioni e le piastrine collaborano alla coagulazione del sangue in caso di ferite o di emorragie. La parte rimanente, poco più della metà, è un liquido chiamato plasma, composto per il 90% circa da acqua, e per il restante 10% da proteine indispensabili per la vita: albumina, immunoglobuline o anticorpi e fattori della coagulazione.
Il plasma contiene molte proteine essenziali che possono essere isolate e concentrate in laboratorio ed utilizzate per la prevenzione e il trattamento di numerose malattie. Circa il 20% del plasma viene utilizzato per uso clinico, cioè trasfuso direttamente al paziente. Il restante 80% viene inviato all’industria per la lavorazione e l’ottenimento d’indispensabili plasmaderivati.
La donazione di plasma
L’aferesi (in greco “portar via”), attraverso l’uso di apparecchi detti separatori cellulari che utilizzano materiale sterile monouso, consente di scomporre il sangue del donatore nei suoi vari componenti (globuli rossi, piastrine, plasma, globuli bianchi). Con la plasmaferesi, procedura della durata di circa 40-50 minuti, si preleva al donatore solo il plasma restituendogli i globuli rossi.
Quando donare
Un donatore normalmente dona circa 450 ml di sangue con un intervallo minimo di tre mesi. Il plasma invece si rigenera solitamente in due o tre giorni, permettendo quindi che la preziosa donazione avvenga anche ogni mese.
I plasmaderivati: dal plasma alla cura
I Medicinali PlasmaDerivati (MPD) sono specialità farmaceutiche prodotte attraverso processi di lavorazione industriale del plasma, la componente liquida del sangue raccolta da donatori volontari attraverso procedure di aferesi produttiva o ottenuta dalla separazione dagli altri componenti del sangue intero attraverso mezzi fisici (centrifugazione). I MPD esercitano un ruolo chiave, e talora non sostituibile, nel trattamento di molte condizioni cliniche acute e croniche. I Medicinali PlasmaDerivati (MPD) sono specialità farmaceutiche prodotte attraverso processi di lavorazione industriale del plasma, la componente liquida del sangue raccolta da donatori volontari attraverso procedure di aferesi produttiva o ottenuta dalla separazione dagli altri componenti del sangue intero attraverso mezzi fisici (centrifugazione). I MPD esercitano un ruolo chiave, e talora non sostituibile, nel trattamento di molte condizioni cliniche acute e croniche.
Considerata la natura biologica dei MPD, la loro qualità e la sicurezza si basa sui controlli effettuati sulla materia prima “plasma” e sulla sua origine, nonché sui processi di lavorazione industriale, tra cui i metodi di rimozione e inattivazione virale. In Italia il plasma raccolto e lavorato industrialmente proviene esclusivamente da donazioni volontarie, anonime e non remunerate effettuate per la maggior parte da donatori periodici.
Di seguito l’elenco dei principali medicinali plasmaderivati e le relative indicazioni cliniche:
Albumina
È una proteina plasmatica prodotta dalle cellule epatiche e costituisce circa il 60% di tutte le proteine plasmatiche. La sua concentrazione nel sangue (albuminemia) varia fra 3,5 e 5,0 g/dL. Eventuali valori inferiori di albuminemia sono, nella maggior parte dei casi, da ricondursi a una ridotta produzione di albumina da parte del fegato. L’albumina trova indicazione appropriata nel trattamento di molte condizioni in epatologia, come dopo paracentesi per ascite, nella peritonite batterica spontanea, nella sindrome epatorenale, nelle condizioni di plasma exchange e occasionalmente in altre condizioni cliniche con riduzione del volume ematico.
Antitrombina
è una glicoproteina a sintesi epatica presente nel plasma ad una concentrazione di circa 150 μg/mL. È un inibitore delle proteasi, appartenente alla famiglia delle serpine o inibitori delle serin-proteasi. Si tratta del più potente inibitore naturale della coagulazione, che gioca un ruolo fondamentale nell’equilibrio della bilancia emostatica. L’antitrombina inibisce l’azione di tutti i fattori della coagulazione attivati, eccetto il fattore V e il fattore VIII; ha una particolare affinità per la trombina ed è detta anche “cofattore” dell’eparina, nel senso che l’azione anticoagulante dell’eparina è mediata dall’AT. Possiede inoltre proprietà anti-infiammatorie e anti-aggreganti mediate dalla liberazione di prostacicline da parte delle cellule endoteliali. L’antitrombina trova indicazione nelle carenze congenite di questa glicoproteina.
Fattori VIII e IX
Sono indispensabili nella cura dei pazienti affetti da emofilia: questi, per motivi genetici, mancano quasi completamente del fattore VIII o del fattore IX, che fanno parte del nutrito gruppo dei fattori della coagulazione. Per questo motivo il loro sangue non coagula in modo normale e possono presentare emorragie imponenti e persino mortali anche a seguito di piccole ferite o piccoli traumi. Negli ultimi anni l’uso di questi preparati altamente purificati e assai efficaci ha permesso ai pazienti emofilici una vita praticamente normale.
Fattore VII
È una glicoproteina vitamina K-dipendente che svolge un ruolo essenziale nell’innesco della cascata coagulativa del sangue. Il difetto congenito di fattore VII è un raro disturbo emorragico dovuto ad un’anomalia genetica del cromosoma, si trasmette con modalità autosomica recessiva. La terapia sostitutiva è essenziale nei pazienti con fenotipo severo.
Fattore XIII
Denominato anche fattore stabilizzante la fibrina, è utilizzato nella terapia sostituiva del deficit congenito della stessa proteina, una malattia a trasmissione autosomica recessiva la cui prevalenza è stimata in circa 1/2.000.000. In base al livello di attività del FXIII, si distinguono forme gravi (FXIII <1%), moderate (tra 1 4%) e lievi (FXIII >5%).
Complesso protrombinico
È un insieme di fattori prodotti dal fegato ed ha un ruolo molto importante nella coagulazione del sangue. Viene utilizzato pertanto nel trattamento di pazienti con gravi patologie epatiche, in pazienti con deficit congeniti di alcuni fattori della coagulazione e per riportare rapidamente a valori normali la capacità coagulativa di pazienti che, per altre malattie di base, sono in trattamento con anticoagulanti orali.
Immunoglobuline (anticorpi)
Sono particolari proteine che il nostro organismo produce quando viene in contatto con sostanze estranee (come virus o batteri) in seguito a malattie o vaccinazioni e che ci proteggono per il futuro da quegli stessi microrganismi. Alcuni individui non riescono a produrre anticorpi, per motivi genetici o molto più comunemente perché sottoposti a chemioterapia o radioterapia per tumori o leucemie: l’uso di immunoglobuline concentrate, prodotte a partire dal plasma, offre già pronta a questi pazienti la difesa dalle infezioni.
Fibrinogeno
È uno dei fattori della coagulazione più abbondanti nel plasma. È convertito in fibrina dalla trombina e costituisce il componente principale della fase coagulativa. La fibrina, pertanto, può essere considerata sia una proteina strutturale sia un fattore di coagulazione. Una carenza di fibrinogeno significa quindi una minore capacità del sangue di coagulare, con conseguente aumento della tendenza al sanguinamento. Il fibrinogeno trova in primo luogo applicazione nel trattamento e nella profilassi delle emorragie causate parzialmente o totalmente da grave deficit di fibrinogeno.
Poco plasma, elevati consumi
Con il plasma italiano si riesce a coprire solo una parte del fabbisogno di fattore VIII, albumina e immunoglobuline; il resto deve essere importato con forte spesa e maggior rischio di malattie trasmissibili, poiché non sempre proviene da donatori volontari attentamente controllati come in Italia.
Chi può donare e dove
I requisiti per la donazione sono simili a quelli per la donazione del sangue intero: 18-65 anni, peso di almeno 50 kg, stile di vita e di alimentazione corretti.
Anche chi non è idoneo alla donazione di sangue perché ha valori di emoglobina appena sotto il limite può donare plasma. Un’accurata visita medica e adeguati esami di laboratorio stabiliscono l’idoneità ad ogni donazione, che si effettua, preferibilmente su appuntamento, soltanto presso le strutture trasfusionali autorizzate.
Sicurezza in primo piano
La sicurezza degli emocomponenti trasfusi (sangue intero, globuli rossi, piastrine, plasma) costituisce un obiettivo primario per il Servizio Sanitario e l’Associazione ed è lo strumento attraverso il quale viene tutelata la salute dei donatori e dei pazienti.
Ogni unità di plasma viene esaminata per la ricerca di agenti infettivi che possono compromettere la trasfusione. Solo se la ricerca è negativa le unità vengono validate e utilizzate per i pazienti.
Ogni donazione è registrata e identificata da un codice a barre che permette di rintracciare la provenienza, fornendo ulteriori garanzie di sicurezza.